Marco Erba è professore di lettere all’Istituto Opere Sociali Don Bosco di Sesto San Giovanni. Il suo primo romanzo, “Fra me e te” (Rizzoli), sarà in libreria dal 17 marzo.
Per il suo comodino ha scelto tre classici, tre contemporanei e un libro “extra”.
QSL – Il primo classico che hai scelto è I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij.
ERBA – Tra tutti i libri che ho letto, è in assoluto il mio preferito. È un romanzo che contiene un universo, che esplora le profondità dell’anima e il mistero della vita in maniera sublime, che finisce ma non finisce, per provocare il lettore ancora di più. Che pone domande immense e che ha il coraggio di non dare risposte. Ho amato Dmitrij, così buono e sincero da essere incapace di non farsi male. Ho sofferto con Ivan, che crede che la ragione sia l’unico strumento per conoscere la realtà, che non sa andare oltre il mistero del dolore e, da razionalista estremo, finisce per impazzire. Mi ha commosso Alëša, col suo sguardo capace di speranza e fiducia anche di fronte alle tragedie più grosse e agli interrogativi senza risposta, come la morte del piccolo Iljusa. E ho imparato una volta di più che ogni persona ha una sua bellezza e che dietro ogni errore si cela spesso una grande fragilità, come insegnano Fedor Pavlovic e Grusenka.
QSL – Il secondo è Anna Karenina di Lev Tolstoj.
ERBA – È un romanzo che mi ha fatto sperimentare dalla prima all’ultima pagina la magia della scrittura, cioè il potere di trascinare il lettore fuori dal proprio tempo e dal proprio spazio, facendogli vedere concretamente un altro mondo altrimenti irraggiungibile. Leggendo queste pagine io ero lì, tra Mosca e Pietroburgo, con Anna e Vronskij, con Kitty e Levin e con Stepan Oblonskij, che ti indigna tremendamente e che allo stesso tempo vorresti abbracciare. Il personaggio che più mi è rimasto dentro è però Levin, con le sue domande, con la sua inesausta ricerca, con la sua incapacità di stare tranquillo. Con il suo idealismo che si scontra con la realtà e con la sua sete di giustizia. Un uomo con un carattere difficile, ma capace di una immensa generosità e che, alla fine, si arrende a un amore più grande che lo supera e lo avvolge. E che capisce che davvero possiamo cambiare in meglio la vita nostra e degli altri, con dei piccoli gesti, ogni giorno. Non è un caso che le ultime pagine del romanzo siano dedicate a lui.
QSL – Con I promessi sposi di Alessandro Manzoni si chiude la terna dei classici.
ERBA – Ho letto per la prima volta questo romanzo a 13 anni, divorandolo sera dopo sera, pagina dopo pagina. Ci sono personaggi costruiti così bene da essere assolutamente reali, che da lì in poi fanno parte della tua vita. Su tutti, ovviamente, padre Cristoforo e l’innominato, che ci insegnano che senza perdono non possiamo vivere e che per tutti, ma proprio per tutti, c’è una possibilità di riscatto. Perché noi non siamo mai gli errori che abbiamo commesso.
QSL – Passiamo ai contemporanei. Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D’Avenia.
ERBA – Non potevo, da prof di lettere, non inserire questo romanzo, che racconta l’adolescenza con i suoi vuoti, ma anche con tutta la sua energia e la sua ricchezza. In fondo dovremmo imparare un po’ anche noi da Leo, coi suoi slanci di altruismo folle, e da Silvia, con la sua capacità di amare senza condizioni. Ma D’Avenia insegna anche a noi adulti a inseguire i nostri sogni e ad essere un po’ più capaci di comprendere i ragazzi che abbiamo di fronte, come sanno fare il padre di Leo e il prof Sognatore.
QSL – Hai scelto poi Venuto al mondo di Margaret Mazzantini.
ERBA – Un romanzo straordinario, soprattutto nelle pagine in cui parla della guerra a Sarajevo. La Mazzantini mostra tutta la follia umana e ci dice però che la vita è più forte. La storia di Gemma ricorda anche che un figlio è sempre un dono da accogliere e che la paternità e la maternità non si basano sui vincoli di sangue, ma sull’amore. E poi c’è Gojko, una figura immensa, che, nonostante tutto, ha la forza di affermare che la parola più bella del mondo è “grazie”.
QSL – L’ultimo romanzo contemporaneo è Ti prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti.
ERBA – Quattrocento pagine che volano via in pochissimo tempo grazie a un ritmo narrativo vertiginoso. Due personaggi indimenticabili, nel bene e nel male. Graziano Biglia, che ci provoca mostrandoci come la superficialità di chi non sa scegliere può distruggere anche le cose più belle. E Pietro Moroni, per il quale facciamo il tifo dall’inizio alla fine, che ci ricorda come anche le situazioni più tragiche possano trasformarsi in libertà e bellezza.
QSL – Hai scelto anche un libro “extra”, Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi.
ERBA – Tra tutte le storie incontrate da bambino, Pinocchio è quella che più mi ha emozionato. È commovente ripensare a questo burattino che ne combina di tutti i colori, ma trova sempre qualcuno disposto a dargli fiducia e possibilità di riscattarsi. Pinocchio è stata una delle tante storie che mio padre mi leggeva tutte le sere prima che mi addormentassi. In quei momenti è nata la mia passione per i racconti. Senza quel tempo prezioso, non credo che avrei mai iniziato a scrivere.
QSL – Le avventure di Pinocchio, il libro “extra” che hai scelto, è il primo che hai letto/ascoltato rispetto agli altri, sembra che “sposti” gli altri , quasi a rivendicare la sua importanza e sicuramente dal punto di vista affettivo è quello più importante, contiene già i temi che poi ritroviamo negli altri (la possibilità del riscatto, gli errori come insegnamento). Perchè lo definisci “extra”?